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Black Rose Film

10 TECNICHE CHE RENDONO SPAVENTOSO UN FILM HORROR

10 tecniche che rendono spaventoso un film horror

Il cinema horror è da sempre uno dei generi più gettonati da persone di tutte le età.

Il gusto del proibito, del tema che ci farà paura e che non ci farà dormire è intrinseco nelle persone e per quanto il tema trattato ci terrorizzerà, a maggior ragione saremo tentati di guardarlo.
La motivazione spesso sta nel fatto che vogliamo “esorcizzare” queste fobie e obbligarci ad affrontarle sembra il metodo migliore a livello inconscio.

Oltre all’aspetto psicologico che fa stare in tensione, ci sono anche delle altre motivazioni per cui i film horror ci terrorizzano che risiedono nelle tecniche che il regista mette in pratica all’interno del film.

Vediamo nel dettaglio quali sono queste tecniche.

 

jump scares

I Jump Scares sono quegli attimi che letteralmente ti fanno sobbalzare dalla sedia. Possono essere creati da un’improvvisa entrata in scena, fa un’immagine forte che spesso è accompagnata da un suono molto forte.

Possono essere “falsi”, quando il rumore o il suono forte accompagna l’entrata di qualcosa di rassicurante come un amico, un animale o comunque qualcosa di innocuo.

Purtroppo sono spesso abusati e questo crea l’effetto noia e non ci stimola più a seguire con attenzione ciò che accade, ma se sono usati in maniera consapevole, sono ciò che fa la differenza.

Per amplificare la suspence della scena, è bene far scemare o addirittura togliere la musica e creare un “vuoto” di audio in maniera che lo sbalzo di volume con il suono fortissimo crei maggior impatto.

Qui di seguito una scena tratta da “Halloween – the Beginning” di Rob Zombie del 2007

musica

Un’altro aspetto nel film Halloween (quello di John Carpenter però) che possiamo prendere ad esempio è la colonna sonora.

Se la colonna sonora è ben pensata, il film risulterà inquietante ancor prima che inizino le scene cruente.

effetti sonori

I rumori sono un altro aspetto importantissimo. Avere un effetto sonoro al momento giusto che vada a marcare un momento saliente è decisamente un plus notevole per la riuscita della scena.

Basta pensare a Blair Witch Project dove tutto il film è girato in prima persona, senza musica, senza momenti di tensione creati da sbalzi di volume o altri espedienti, ma solo e semplicemente da rumori vicini o lontani che lasciano molto spazio all’immaginazione.

silenzio

Per far trasalire gli spettatori durante i momenti salienti, come abbiamo detto, si usano molto musica e rumori, ma per farli risaltare al massimo quale miglior metodo se non abbinarli a momenti di assoluto silenzio?

Un esempio perfettamente calzante lo troviamo in A Quiet Place dove il regista ci porta per mano in un silenzio “assordante” per poi scatenare in noi il terrore con un cambio di ritmo repentino

 

primi piani

I primi piani sono un ottimo modo per rendere al meglio la sensazione di terrore. Questo perché in primo luogo abbiamo davanti la faccia terrorizzata del personaggio che ci accompagna tramite la recitazione nel suo stato d’animo, in secondao luogo ci impedisce di vedere quello che vede l’attore e quindi ci lascia spaziare con la fantasia ad immaginare quello che più ci spaventa.

 

falsa sicurezza

Un altro modo per disorientare lo spettatore e farlo sobbalzare al momento giusto è creare un momento di tranquillità mostrando un ambiente calmo e pacifico, magari dove si è compagnia di amici o comunque in mezzo ad altre persone per poi far succedere un colpo di scena ed andare a minare la sicurezza dello spettatore.

Anche i finti “happy end” dove sembra che sia tutto finito ed invece c’è l’ultimo colpo di scena.

Di questi ne abbiamo a bizzeffe, per esempio tutti i Nightmare, Alien, Venerdì 13, …

 

la stupidità dei protagonisti

Chi è che nella vita reale si caccerebbe nei guai volutamente sbeffeggiando le situazioni strane o paranormali? Chi scherzerebbe con un serial killer? 

Nella vita reale nessuno, ma nei film horror succede molto spesso. Guardando un film d’orrore chi non ha pensato almeno una volta “dove va quel cretino?”  “ma non vede cos’ha vicino? ” “eh, certo… è buio e lui va proprio lì…”

Spesso i registi si divertono proprio a giocare con questa contraddizione, come succede in Scream, quando Wes Craven si diverte anche a dare le regole per sopravvivere ad un film horror e puntualmente i vari personaggi le infrangono puntualmente.

tortura fisica

Una cosa che per molti è insopportabile è la tortura fisica, quando lentamente il film ci mostra le sevizie più fantasiose e dettagliate. Questa lenta ma tremenda sofferenza crea empatia e se fatta bene, ci fa quasi sentire fastidio nei punti del corpo dove vediamo praticare le torture sullo schermo.

Esempi importanti di questa teoria sono in primis la saga Saw – l’enigmista, poi i vari HostelMartyrsNon aprite quella porta di Marcus Nispel.

 

tortura psicologica

Quando la tortura psicologica realizza il suo massimo effetto? Quando lo spettatore inizia a chiedersi: “Nella stessa situazione io cosa avrei fatto?”

Quando il protagonista o uno degli attori principali si trovano in una situazione estrema dove devono scegliere se sopravvivere o morire e in quale modo, in quel momento se la situazione viene portata all’estremo, lo spettatore inizia a domandarsi se nella stessa situazione avrebbe fatto una scelta diversa o se si sarebbe comportato nella stessa maniera e quando il personaggio sceglie la strada più sofferente, inizia anche la sofferenza dello spettatore.

 

il gore

Il gore è un genere di horror esplicito, dove nulla viene lasciato all’immaginazione. L’horror portato all’estremo, dove uccisioni, sevizie e torture vengono riprese dall’inizio alla fine e senza tagli.

George A. Romero ne è stato un maestro nei suoi film di zombie dove i morti-viventi strappavano letteralmente le membra delle vittime per poi mangiarle.

Da non confondere con lo Splatter che invece è una versione del gore più surreale ed esasperata fino quasi a sfociare nel comico.

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